Breviario: A
AI (ARTIFICIAL INTELLIGENCE)
AI è l’acronimo di artificial intelligence o in italiano intelligenza artificiale (IA). Essa è definibile come il settore della scienza informatica che studia gli agenti informatici o macchine che simulano il comportamento umano ricevendo precetti dall’ambiente circostante. Si tratta di una definizione inevitabilmente molto ampia, che sconta la dimensione assai vasta della materia e la mancanza di accordo nella comunità scientifica sulla definizione di “intelligenza”, prima ancora che di “intelligenza artificiale”. In concreto, l’espressione “intelligenza artificiale” comprende numerose tecnologie piuttosto differenti tra di loro su un piano tecnico, ma accomunate dalla circostanza di simulare alcuni aspetti generalmente riconducibili all’intelligenza umana.
Negli ultimi anni, e specialmente negli ultimi due decenni, la tecnologia maggiormente promettente in termini di progressi è il cosiddetto Machine Learning, incluse le sue varianti come le Reti Neurali (Neural Networks) e il Deep Learning, risultando essere quella oggi più comunemente associata all’IA.
Un’ulteriore suddivisione può essere individuata tra sistemi di IA specializzati da un lato, ossia i sistemi impiegati per scopi specifici (come la valutazione del merito creditizio, la profilazione delle preferenze di un individuo, il riconoscimento facciale ecc.) e sistemi di IA per scopi generali dall’altro, vale a dire sistemi in grado di svolgere con competenza un'ampia gamma di compiti distinti (ad es., sistemi di IA generativa come ChatGPT).
L’AI Act dell’Unione europea (Regolamento (UE) 2024/1689 del Parlamento europeo e del Consiglio) elude il problema definitorio, dettando una definizione normativa non tanto di intelligenza artificiale, quanto di “Sistema di intelligenza artificiale”, definito all’art. 3, lett. a), come segue: «un sistema automatizzato progettato per funzionare con livelli di autonomia variabili e che può presentare adattabilità dopo la diffusione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dall'input che riceve come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali».
L’adozione sempre più diffusa di sistemi di IA solleva rilevanti questioni etiche e giuridiche, soprattutto in relazione alla tutela dei diritti fondamentali. Tra i principali rischi vi è quello della discriminazione algoritmica, ossia l’effetto per cui sistemi di IA producono risultati distorti o ingiusti a danno di determinati gruppi o individui, spesso a causa di dati di addestramento incompleti, non rappresentativi o riflessivi di pregiudizi sociali preesistenti. Tali distorsioni possono manifestarsi, ad esempio, nell’ambito del reclutamento del personale, della concessione di prestiti, o del riconoscimento facciale, con effetti discriminatori particolarmente rilevanti per le persone vulnerabili, che possono subire discriminazioni, ad esempio, su base etnica, di genere o socioeconomica. Ulteriori criticità riguardano la trasparenza, la possibilità di contestare decisioni automatizzate e l’attribuzione della responsabilità giuridica per eventuali danni prodotti dai sistemi di IA.
Proprio per affrontare tali rischi, l’AI Act prevede misure differenziate in base al livello di rischio associato ai sistemi, con l’obiettivo di assicurare che lo sviluppo e l’utilizzo dell’IA avvengano nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali sanciti dall’ordinamento dell’Unione europea.
Approfondimenti
Fidanza, Sulla distinzione tra intelligenza artificiale e algoritmi, in Rivista di diritto dell’impresa, 2024
Simoncini, Il linguaggio dell’intelligenza artificiale e la tutela Costituzionale dei diritti, in Rivista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, 2024